Carlo Lorenzetti, romano, classe 1934, frequentato l'Istituto d'arte di Roma, compie, previo concorso, studi artistici presso l'Académie de France a Villa Medici. Dal 1953 insegna discipline plastiche all'Istituto d'arte di Roma. Nel 1959 partecipa alla mostra di giovani artisti nella Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, vincendo il premio nazionale per la scultura; un premio ottiene inoltre nel 1961 alla Biennale del metallo a Gubbio, ove continuerà, nelle successive edizioni, a ricevere apprezzamenti fino all'antologica del 1986.
L'attività espositiva, intensa in Italia con personali e manifestazioni collettive, si estende a rassegne internazionali: Biennale di San Paolo del Brasile (1967; 1975), Biennale di Venezia (1970; 1972, con sala personale; 1976; 1986), Biennale di grafica di Cracovia (1972; 1974, in cui si aggiudica un premio), Esposizione di grafica di Lubiana (1973; 1988), Biennale della piccola scultura di Budapest (1973; 1987).
Dalla fine degli anni Settanta ritorna alla studio della plastica della superficie e sperimenta il graffitaggio, cioè la colorazione del metallo con polvere di grafite.
Nel 1988 l'Accademia Nazionale dei lincei gli conferisce il premio Antonio Feltrinelli per la scultura. Dai primi anni Novanta inizia ad utilizzare lamine in accaio armonico in lieve tensione, in grado di vibrare ed oscillare armonicamente emettendo suoni che si propagano nell'aria. Nel 2000 è nominato Accademico di San Luca e nel 2004 gli viene conferito il premio presidente della Repubblica Italiana per la scultura su designazione della stessa Accademia. Nel 2010 espone alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma.