Nino Caruso (19/04/1928- 19/01/2017) è stato un ceramista, scultore e designer italiano. Nacque a Tripoli da genitori siciliani emigrati in cerca di lavoro, lì trascorse l'infanzia fino a quando nel 1940, in vacanza sulle coste adriatiche, lo scoppio della II Guesrra mondiale lo costrinse a trattenersi in Italia dove proseguì la sua formazione scolastica prima a farrara e poi in Sicilia a Comiso dove si era ricongiunto con la madre.  All'età di sedici anni interrompe gli studi per motivi economici ed intraprende l'attività lavorativa, prima presso un oleificio locale, poi come tornitore meccanico in un'industria automobilistica di Tripoli, dove ritorna nel 1947. Lì viene coinvolto attivamente nella difficile situazione politica in lotta per l'indipendenza della Libia. Tali implicazioni causano la sua espulsione ed il rientro in Italia. Alla fine del 1951 è a Roma, dove il ceramista ed amico Salvatore Meli lo introduce nel suo laboratorio a Villa Massimo.
Tra la fine del 1954 e l'inizio del 1955 apre a Roma, in Via Ruggero Fauro n. 57, un piccolo studio dove realizzare e vendere le proprie opere. La sua prima personale è alla Galleria dell'Incontro nel 1956, presentata dall'amico Renato Guttuso. La carriera espositiva prende avvio con numerose presenze dell'artista alle principali esposizioni di ceramica contemporanea, come il Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza (nel 1954, 1955, 1956, 1958 solo per ricordare i primi anni) e alla Biennale d'Arte Ceramica di Gubbio, alla cui edizione del 1960 Caruso ottiene un importante secondo premio ex aequo.
Nella prima parte degli anni sessanta, allo studio della ceramica l'artista affianca l'interesse verso altri materiali, come il legno e soprattutto il metallo. Nella seconda metà degli anni sessanta l'artista decide di studiare le possibilità espressive derivanti dall'iterazione di determinate forme ottenute da una produzione in piccola serie, realizzando elementi modulari da utilizzare come componenti per pareti divisorie, rivestimenti murali, o complementi d'arredo. Nel 1970 Caruso intraprende l'insegnamento all'Istituto d'Arte di Roma, dove gli è affidata la cattedra di progettazione ceramica. In questo periodo l'artista inizia a svolgere assiduamente relazioni, seminari e workshops, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Giappone ed in molte nazioni europee, attività che gli permetteranno non soltanto di diffondere le proprie sperimentazioni, ma di acquisire conoscenze più vaste e specifiche grazie al contatto con altre culture legate alla ceramica.
Trasferisce definitivamente il suo studio a Todi e inizia una lunga attività in Umbria particolarmente a Torgiano che ospita un museo a lui intitolato e diverse opere permanenti open air.
Alla fine degli anni novanta l'artista tralascia la tecnica del colaggio e ritorna a modellare l'argilla, dando vita a forme insolite dalle tonalità cromatiche inedite e dalle suggestive sfumature ottenute grazie ad un sapiente controllo del fuoco di cottura.
Caruso è autore di seminari e workshops in Università degli Stati Uniti, Europa, Giappone. Oltre a collocarsi in musei, collezioni pubbliche e private, le sue sculture caratterizzano l'arredo urbano di numerose città.