Materiale: Acciaio inox, bronzo, alluminio più zoccolo nido mattoni e pietra
Dimensione: 230 cm. x 200 cm.

Il mondo che Trubbiani rappresenta, complesso e multiforme, affonda le sue radici negli abissi dell'anima, popolandosi di visioni fantastiche, di immagini che si giustappongono emergendo da una memoria sensitiva, che si alimenta di echi letterari e che fa di lui uno scultore "dantesco" e "leopardiano", per i riferimenti allegorici e la nostalgia nei confronti di una natura e di un mondo irreparabilmente perduti.
Il metallo - con le varianti cromatiche di alluminio, rame, bronzo, piombo, argento e ferro - è una delle peculiarità di Trubbiani, le cui sculture sono caratterizzate da un marcato andamento narrativo, che si sviluppa in composizioni estremamente teatrali, nelle quali il filo conduttore coincide con l'idea di una crudeltà connaturata alla società tecnologica.
Macchinari trasformati in inquietanti strumenti di tortura e figure di animali - topi, pipistrelli, uccelli... - che raccontano con uno spirito amaro ma a tratti beffardo il senso di quella, che lui stesso definisce, la "crudeltà della creazione".
A Brufa Trubbiani ha realizzato Volo frenato, dal ciclo del "Passero solitario" del 1975, in acciaio inox, bronzo ed alluminio, con un supporto in muratura e inserti di bronzo del 2005.
La composizione, che ha trovato collocazione nello spazio compreso tra la base del campanile e la chiesa, rappresenta un'anatra che si libra in volo trattenuta da una tesa catena, a sua volta ancorata ad una sfera di acciaio, mentre una più corta catena, appesa alla principale, sorregge un uovo.
Catene vincolanti ma allo stesso tempo vincolate ad una duplice sfera: da un lato una zavorra che parrebbe ostacolare il volo, mentre dall'altra la prosecuzione della vita, assicurata da una proliferazione di uova, che simboleggiano la continuità della natura.

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